• Pubblicata il
  • Autore: Alessio
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La gita... - Como Trasgressiva

Non è una favoletta, anche se a molti sembrerà così. E nemmeno un sogno, sebbene fosse il mio sogno. E' la verità.
Ho appena compiuto diciotto anni. Quest'estate mi organizzai con il gruppo giovanile per fare un campeggio sui monti del Trentino e con me, naturalmente, sarebbero venuti anche i miei migliori amici e amiche. Fra questi c'era Fabio, uno dei miei più cari amici, e nei confronti del quale ho sempre nutrito un'attrazione fisica incredibile; naturalmente repressa, vista la sua fama da playboy.
Partimmo che faceva ancora notte, per arrivare al posto del campeggio di buon'ora, per sfruttare così le ore più fresce per montare le tende. Non sapevo chi sarebbe stato il mio compagno, visto che la scelta spettava ai nostri animatori. Ma appena arrivati proprio questi ci spiazzarono:
"Non si montano le tende qui ragazzi. Preparatevi per una bella hike!" Ci dissero. Un hike, per chi non lo sapesse, è un'uscita di due giorni, in cui si cammina molto, e si fa in coppie: un modo per isolarsi un po' dal gruppo e godere al meglio dei luoghi.
Con mia grande sorpresa il mio compagno era Fabio. Eravamo entrambi felici di questo, in fondo è più bello passare il tempo con un vecchio amico. I nostri animatori ci diedero tutto l'indispensabile per quei due giorni e una cartina con segnati percorso e meta da raggiungere: una sorta di piccolissimo laghetto di montagna, a buona distanza dal nostro campo. Partendo per le nove del mattino non saremmo arrivati prima delle cinque e mezzo del pomeriggio.
Zaino in spalla partimmo svelti, nella speranza di arrivare il prima possibile. Io e Alessio chiacchieravamo spensierati quando il sentiero era agevole e appena in salita, ma dove si faceva stretto e ripido dovevamo avanzare uno dietro l'altro, in silenzio. A volte, quando Fabio, davanti a me, scavalcava un masso troppo grande, osservavo i pantoloncini leggeri tendersi sul sedere perfetto e sodo, le braccia muscolose sforzarsi negli appigli, piccole goccie di sudore scendere sul collo dai capelli biondi o sulle ascelle dalla peluria rada che si intravedeva dalle maniche alzate della maglietta. Non trattenevo l'erezione che mi spingeva il cazzo sulle mutande, forse visibile agli occhi verdi di Fabio.
Camminammo svelti, giungendo alla meta con un'ora di anticipo. Il pascolo che racchiudeva il minuscolo laghetto da cui usciva un allegro torrente era ben alto sul monte, oltre i pini che si stendevano parecchi mentri sotto di noi. Vicino al laghetto un vecchio capanno chiuso veniva usato forse d'estate dai pastori che li portavano le vacche. Montammo la tenda proprio di fianco al capanno, poi, tolto lo zaino, andammo a sedere vicino al laghetto, immergendo i piedi nell'acqua fresca, godendo del sole rovente di alta montagna.
Chiacchieravamo tranquilli, poi la stanchezza fece cadere un piacevole silenzio. All'improvviso Fabio mi dice:
"Io faccio il bagno" e senza attendere mia risposta si sfila la maglietta sudata, mostrandomi il suo fisico asciutto, i capezzoli rosei e turgidi. Poi si sfila anche i pantaloncini e poi le mutande. Non c'era nessuno in vista, e il sentiero sembrava ben poco utilizzato. Io non potei fare a meno di osservare quel meraviglioso pisello a riposo dalle dimensioni piacevolissime, le palle alte e mediamente pelose, la peluria nera intorno al cazzo...e poi quel sedere, bellissimo, candido.
Entra nell'acqua fresca, poi si volta e mi dice sorridendo:
"Cosa fai? Resti lì a guardare? Entra!"
Sono sicuro d'essere arrossito, ma il sole forse coprì il mio imbarazzo. Mi alzai, e pudicamente mi spogliai. Sono un po' più basso di Fabio, capelli biondi, occhi azzurri, pochi peli sul corpo e un pisello sicuramente piuù piccolo del suo sia in lunghezza che in larrghezza. Il nuoto mi ha aiutato a crearmi un fisico asciutto di cui vado fiero. Nascondendo appena l'erezione che già sorgeva in me entrai in acqua.
"In tiro eh?" disse Fabio ridendo.
Feci finta di niente; giocammo, scherzammo, spruzzandoci acqua addosso e facendo la lotta, in equilibrio sul fondale scivoloso. Ad un cero punto Fabio mi prese, e non so se involontariamente mi infilò un dito nel sedere:
"Che fai?!" dissi io, quasi offeso.
"Umm...scusami, non volevo" mi rispose. Poi mi si avvicinò, mi strinse e mi baciò. Non capivo più nulla! Quello era un sogno o realtà? Era impossibile!
Baciandoci uscimmo dall'acqua. Fabio prese una coperta dalla tenda e la stese fuori, al sole. Il suo bel cazzo era duro, lungo forse più di 18 centimentri. La cappella rosa spuntava come di fuoco da quell'asta meravigliosa. Ci gettammo sulla coperta, riempiendoci di baci e carezze. Poi, preso dalla foga, mi chinai sul suo pisellone e lo presi tra le labbra, spompinandolo amorevolmente. Lui godeva evidentemente, poi mi fermò e mi stese di nuovo, leccandomi ora lui il mio cazzo che sembrava scoppiare. Non so come ci rirovammo a sessantanove, e sentivo il suo corpo tendersi di piacere tutte le volte che lo toccavo con la lingua, tutte le volte che mordevo appena quelle palle meravigliose, tutte le volte che insinuavo la lingua nel buco del suo culo.
Andammo avanti un bel po', finchè prima lui poi io scaricammo una quantità incredibile di sborra sui nostri copri e sulla coperta, leccandola poi e passandola di bocca in bocca con baci appassionati. Poi ci lavammo, ci vestimmo di nuovo e preparammo qualcosa da mangiare. Quella sera dovevamo dormire nella stessa tenda. Era cambiato qualcosa tra noi, non potevo non negarlo, e non riuscivo a non guardarlo senza pensare a quel cazzo durissimo che mi ero trovato in gola.
La sera lui si stese sul sacco a pelo con solo le mutande addosso. Io feci lo stesso, non capivo cosa voleva fare. Non lo guardai mentre mi stendevo al suo fianco: sembrava già dormire. Mi stesi di lato, dandogli le spalle: ero triste, non sapevo che pensare. Poi all'improvviso, lo sento muovere alle mie spalle per qualche istante, poi, silenziosamente, sento il suo braccio stendersi sulle mie spalle e abbracciarmi. Il suo odore, la sua pelle: non potevo resistere, ero già in tiro. Poi si allontana un poco, mi abbassa le mutande da dietro e mi sussurra:
"Voglio incularti, non resisto più"
Mi giro, ci sorridiamo e poi ci baciamo. Mi sfilo completamente gli slip e poi sento un suo dito infilarsi in avanscoperta nel mio culo. E' umido di saliva. Godo già, mi rilasso, e poi sento arrivare la sua cappella grossa e tonda, sù, sempre più sù, fino a che i suoi peli non toccarono il mio culo.
Prima lento poi sempre più veloce Fabio mi fotte, mi mette a pecorina, mi gira a pancia all'aria e mi bacia, ma non smette mai di passare il suo cazzo durissimo nel mio buco. Godo, poi lo tira fuori e me lo piazza in bocca. In un batter d'occhio sborra, mi inonda il petto e la gola.
Poi mi rimette a pecorina e senza pensare a nulla mi fotte e basta, con foga, fino a scaricare nel fondo del mio buco di piacere, scaricare tanta sborra che quando tira fuori il cazzo ne esce addirittura, in un caldo fiotto di piacere.
Ci baciammo tutta la notte, venendo ancora e ancora sui nostri corpi, sborrandoci e godendo. Non potrò mai dimenticare quell'hike. Come fosse un sogno.

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18/05/2007 17:35

stefano

x Fabietta: grazie della tua mail ma nn riesco a inviarle...la mia è: bi7518@yahoo.it se nn ti arriva niente me lo fai sapere? ciao bellissima

17/05/2007 11:21

FABIETTA

storia molto carina....anche se mi sembra scopiazzata da altro sito. x stefano: fabia.sex@libero.it

16/05/2007 23:41

stefano

ke dire...trovo ke sia una storia un po romantica..Fabietta..ma come faccio a trovarti?

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